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Rubrica Le Perle del Roots

UPTOWN TOP RANKING by Althea and Donna, No Pop no style.

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Ci sono artisti che sono state delle meteore; hanno fatto una sola canzone o solo un album, che però hanno venduto molto raggiungendo spesso alte posizioni nelle classifiche dei dischi più venduti, risultati che purtroppo spesso neanche artisti più prolifici o più famosi raggiungono. Questa è la storia di Althea & Donna e della loro canzone più conosciuta: ‘Uptown Top Ranking’. La song è sicuramente una delle più famose del reggae, spesso ancora suonata da tutti i sounds del mondo. La storia racconta che Althea Forrest e Donna Reid (17 e 18 anni) vengono notate mentre cantano in strada da Jacob Miller; caricate sulla sua Mercedes Benz ‘Killer’ Miller le porta dritte in Cross Roads, Retirement Crescent nello studio di Joe Gibbs, in quel momento uno dei produttori più richiesti, per registrare nel 1977, quasi per gioco, ‘Uptown Top Ranking’. Abbiamo tutti letto di quando, alla fine degli anni 70 presso lo Sheraton di Kingston, responsabili dell’etichetta Virgin, con borse piene di soldi, avevano deciso di buttarsi nella musica reggae e mettere sotto contratto molti dei musicisti, cantanti e produttori che facevano letteralmente la fila fuori l’Hotel. Alcuni degli artisti scritturati in periodo furono Gregory Isaacs, Culture e Sly & The Revolutionaries.
Nel 1978, sempre sotto la guida di Gibbs, e col produttore/musicista/tecnico/fonico Karl Pitterson. registrano l’album con lo stesso titolo. ’Uptown’ sarà il primo disco reggae di successo di cantanti donne che firmano per una etichetta straniera, la Front Line Label dipendente dalla Virgin, ad entrare nelle classifiche dei dischi più venduti. La canzone và in cima alle classifiche di Radio Jamaica Radiffusion (RJR) e Jamaica Broadcasting Corporation (JBC) per diverse settimane nel 1977; poi dopo che il d.j radiofonico inglese John Peel la suona nel programma della Bbc, ‘Radio 1, la canzone raggiunge in poco tempo la 2° posizione in classifica dei dischi più venduti in Inghilterra; poi dopo la loro esibizione, nel febbraio 1978 al programma Top of the Pops, (in una versione leggermente diversa da quella del disco), il disco raggiunge la prima posizione inglesi, entra in classifica in Olanda, Belgio, ed USA. Nonostante il disco non ottenga lo stesso successo della canzone, l’album registrato presso i Dynamic Studios di Kingston e Compass Point di Nassau coi Revolutionaries, adesso è considerato un classico della Roots Music ed è diventato nel 2005, dopo 43 anni dalla sua uscita, ‘Silver’ per vendite.
Althea and Donna hanno forse attinto dalla versione ‘I’m still in love’ di Marcia Aitken; rifacimento di un classico di Alton Ellis, ed è sicuramente una risposta a ‘Three Piece Suit’ del d.j Trinity. Classico esempio di come un vecchio ritmo rocksteady possa essere riproposto dopo molti anni ed ottenere ancora un ottimo riscontro sia di pubblico che di vendite. La stessa base/ritmo ottiene una nuova popolarità col successo planetario di Sean Paul & Sasha nel 2003 . Il duo ha fatto un solo album ed un paio di altre incisioni tra cui la curiosa con gusto caraibico ‘Puppy Dog Song’, nel ‘79 la saltellante ‘Going to Negril’ in puro rockers style, sempre prodotte da Karl Pitterson ed altre che però non hanno avuto molta fortuna. Hanno anche registrato come soliste: Althea Forrest incise come Althea Ranks canzoni dal sapore roots finendo poi per fare cover di Boy George e Cindy Luper, mentre anche Donna Reid fece covers, tra cui ‘Girlie, girlie’ di Sophia George, ma senza nessun riscontro positivo;oggi si sono ritirate dalla scena e vivono negli Usa. Ovviamente in puro stile giamaicano, le inesperte e forse anche mal consigliate teenagers, che all’epoca erano accompagnate dal padre di Donna non hanno mai ricevuto un centesimo per il loro album. Nell’album ci sono vere e proprie bombe ‘dimenticate che non hanno perso niente del loro potenziale esplosivo.
Il disco inizia con la clamorosa cover dei Wailers ‘No more fighting, dall’album ‘African Herbsman’, che secondo me supera anche la versione originale. Giro veloce dei tom di Sly e poi inizio scoppietante. Si riconoscono le pennate di Earl ‘Chinna’ Smith, il basso di Robbie Shakespeare, tappeto di fiati di Tommy McCook, Vin Gordon e Herman Marquis.Tutto condito con le percussioni e tamburo fundeh trionfanti di Skully e Sticky. E’ la song dell’album che amo di più e non mi stancherò mai di ascoltarla. ‘Jah Rastafari’ con ritornello tormentone e presa immediata (per Joe Gibbs hanno fatto una versione un po’ diversa, sempre suonata dai Revolutionaries, che si chiama ‘Love one another’, secondo me inferiore alla versione nel disco). ‘Make A Truce: la song parte col basso, poi segue la batteria in stepper, poi in un crescendo  chitarra ritmica, pick guitar e tastiere. Fiati toccanti e squisiti introducono l’infatuante ‘Oh Dread; poi la monster hit ‘Uptown Top Ranking’, il messaggio monito all’occidente che perirà in ‘The West’, la ballabile canzone-manifesto di ‘Jah Music’ con pennellate di Vin, ed Herman; la dolce ‘If You Don’t Love Jah’, che esorta ad amare Jah senza falsità, con fraseggi di Tommy; concludono ‘Sorry’ e ‘They Wanna Just’. Per la cronaca Joe Gibbs possiede anche una ‘Uptown Extented Edited version’-nel disco ‘The Ladies with Joe Gibbs (2014)-con una tastiera non troppo ispirata e convinta, ma i fiati e l’andazzo sono originali. Le ragazze forse non avranno una grandissima voce, ma all’epoca le due teenagers avevano il giusto look (‘khaki suit and thin’), il giusto pitch vocale (Althea-coi capelli corti era la voce solista), le canzoni giuste, e sopratutto la band giusta con ritmi giusti al momento giusto. Seen?. Ad Aprile del 1978 appaiono accompagnati dalla ‘We the people band’ nel film ‘Heartland reggae’, da molti erroneamente creduto il famoso ‘One Love peace concert’ che però si tenne al National Stadium della capitale; nel video, dove Jacob Miller prende il berretto di un poliziotto non è da confondere con lo show del National Stadium. Il palco è quello di una zona open video incluso nel dvd dove ci sono estratti del più famoso show reggae di sempre. Per intenderci quello dove ci sono Jacob Miller e dove Bob Marley stringe le mani dei due leaders politici Michael Manley ed Edward Seaga.
La canzone Uptown Top Ranking è stata ‘versionata’ da artisti più o meno famosi come: Estelle, Joni Rewindin, Black Box Recorder ; Ali & Frazier, Scout Niblett e Junior Jazz. In Italia nel 1979 viene ‘coverata’ da Cicciolina nel brano ‘Pane, marmellata e me’ dall’album ‘Ilona Staller’.
La Staller incontrerà anche Peter Tosh, ma questa è un‘altra storia. Nel 1982 il duo femminile tedesco Tandem incide ‘Ein Typ Wie Du’ (Un tipo come te), forse la versione più ‘riuscita’ e vicina al ritmo originale. Althea solista, Donna ai cori con occhiali ed entusiasmo, soltanto un po’ ingrassate, sembrano ancora divertirsi molto sul palco, nella loro ultima esibizione nel 2018 al Rebel Salute in Giamaica. A me non ha convinto per niente quella backing band, svogliati ed onestamente pure un po’ molli. Sicuramente sbaglio; Certamente la versione dei Revolutionaries di Uptown è imbattibile, ma un po’ più di entusiasmo forse non guastava. Detto questo adesso forse i commenti sono meno impietosi di una volta come sulla loro mimica nella serata nel 1978 nella versione di ‘Top of the Pops’ o l’inutilità dei loro ‘auh’.Detto questo il disco è un classico della Roots Music,immancabile nella nostra dread discography.

‘See me in me heels and ting Dem check sey we hip and ting, True them no know and ting We have them going and ting; Nah pop no style, a strictly roots Nah pop no style, a strictly roots. See me pon the road I hear you call out to me True you see mi inna pants and ting, See mi in a ‘alter back Sey mi gi’ you heart attack Gimme likkle bass, make me wine up me waist Uptown Top Ranking”.

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