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BARRY BROWN

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Barry Brown – Marzo 6 1957 – Maggio 29 2004
Barry Brown, Barrington Michael Brown nato a Kingston in Giamaica nel 1962, formò un gruppo, che ebbe poca vita, chiamato “The Aliens” con Rod Taylor e Johnny Lee, per poi continuare da solo per intraprendere la carriera di cantante solista. Registra nel 1975 il primo singolo ufficiale della sua carriera intitolato “Mouth Must Talk” prodotto da Ripton Joseph Hylton alias Eek-A-Mouse e stampato sulla propria etichetta e l’anno successivo registra “Girl You’re Always On My Mind” per un grande produttore giamaicano come il grande Bunny Lee, altra canzone che riscosse un ottimo successo.
Sulla scia di Johnny Clarke e Linval Thompson, cantante molto giovane Barry Brown si addentrò nella scena roots-rockers alla fine degli anni ’70 con una serie di ottimi singoli che si distinguono ancor oggi come pure gemme musicali. Come Clarke, Thompson, Sammy Dread, Rod Taylor, Sugar Minott e altri cantanti popolari di questo periodo, Brown ha sempre avuto un approccio immediato con le persone incontrate per strada proponendo loro l’acquisto dei suoi dischi con semplicità, cordialità e lealtà.
Barry Brown non era estraneo a Bunny Lee quando il produttore discografico ha finalmente accettato di registrare il giovane cantante alla fine anni ’70. Come tanti altri giovani del ghetto era molto felice per l’opportunità di registrare per qualche produttore. Brown aveva un appuntamento fisso presso gli studi, dove c’erano molti altri artisti che aspettavano come lui il proprio provino lungo tutta la Drumelie Avenue. Brown era un pre-adolescente quando ha iniziato a bussare alla porta di Lee Yard a Greenwich Town. Per ottenere l’ingresso in quell’importante soglia, Brown ha dovuto pagare alcuni debiti che comprendevano l’esecuzione di una serie di commissioni per Bunny Lee come consegnare cibo ai musicisti durante una lunga sessione di registrazione. Dopo anni di osservazione delle varie sessioni di altri artisti, Brown imparò come funzionavano le registrazioni ed si è impegnato per sviluppare sempre più le sue abilità canore.
Bunny Lee capì che era arrivato il momento giusto per fare il suo debutto e alla fine Brown registra una serie di singoli riscuotendo un enorme successo negli anni ’70 come “Girl You’re Always On My Mind”, e successivamente gli permise di registrare ben tre album con “Barry Brown Showcase”, “Step It Up Youth Man” e “Barry Brown Superstar”.
In questo album potete trovare alcuni dei singoli di successo come “Big Big Pollution”, “No Wicked Shall Enter The Kingdom Of Zion” e “Lead Us Jah Jah”. Successivamente Barry registra ancora, senza alcuna sosta, ottimi successi come “Far East”, “Step It Up Youth Man”, “Natty Rootsman “,”Not So Lucky”,”Politician”,”Cool Pon Your Corner”,”Jah Jah Fire”,”Mafia” e “Jah Jah Say”.
Prima degli anni ’80 Barry Brown era una stella dancehall con una comprovata esperienza di singoli di successo. Altri produttori si avvicinavano a lui per chiedergli di registrare una canzone o due. Uno dei primi fu Lloyd Daley, proprietario dell’etichetta Matador. Verso la fine di ottobre 1979, nel bel mezzo della violenza politica in tutte le zone di Kingston, Brown registra un appello per la pace e la calma in Giamaica, “Put Down Your Guns” per l’etichetta Matador di Daley, seguito da “We Will All Feel The Pain”.
Grazie all’attualità e alla serietà di queste Barry Brown ottiene il soprannome di The Jamaican Bob Dylan.
Nel 1980 Brown aveva diversi discomix sul mercato tra cui bellissime combination con deejay come ad esempio Toyan “Peace & Love” e Jah Thomas “Jealous Lover”. Brown ha però anche registrato per due dei suoi colleghi-produttori Linval Thompson e Sugar Minott “I’m Not So Lucky”. Ispirato infatti dalla voce di Thompson e il nuovo approccio imprenditoriale intrapreso con Sugar Minott al business discografico, Brown decide di produrre i suoi dischi, pubblicando solo pochi singoli per la sua nuova etichetta “Jabba Roots”: “Spot Light”e “Running Star”. Produce altri singoli per altri artisti “Africa Is A Black Man Home” per Sugar Minott, “Love We A Deal” e “People In The Ghetto Suffering” per Ashanti Wagh.
Il 1980 è l’anno delle registrazioni più importanti per la carriera artistica di Barry Brown. Registra nell’ordine “I’m Not So Lucky”, prodotto su etichetta Black Roots per Sugar Minott, “Prince Jammy Presents Barry Brown Showcase”, prodotto da Prince Jammy, in doppia copia con differenti canzoni sulla versione dell’etichetta Micron; “Maffia Artist Of The 80’s”, prodotto da Ranking Joe e Tony Robinson, stampato su TR International e l’album con il quale ha riscosso tantissimo successo “Cool Pon Your Corner” album autoprodotto dallo stesso Barry Brown.
Il cantante è ancora relativamente nuovo per il mercato discografico e la sua azienda non ha sviluppato quei giusti collegamenti con altre attività dello stesso genere. A differenza di tanti altri produttori giamaicani che erano già noti ed erano ben stabili, Brown non ha avuto una rete di promozione efficace e le sue finanze erano insufficienti per pubblicizzare al meglio i suoi dischi. Scoraggiato, ma non sconfitto, Barry Brown torna in cima alle classifiche con le registrazioni prodotte da Henry “Junjo” Lawes, Coxsone Dodd, Ernest Hoo Kim e Winston “Niney The Observer” Holness. Probabilmente la sua hit più conosciuta è la produzione del Channel One con “Far East”. L’album omonimo è un altro capolavoro musicale con gemme come “Run Wicked Man”, “Stand Firm” e “So Jah Jah Say”. Che si trattasse dello Stur Gav, del Prince Jammy’s Hi-Fi, del Black Scorpio o qualsiasi altro sound system, la bellissima voce di Brown era sempre presente ed era parte integrante di tutte le serate durante le sessions fino l’alba.
Nel 1980 in un’intervista pubblicata sulla rivista “Black Echoes” Brown descrive la sua filosofia di fare e di produrre musica:
“Hai un sacco di cantanti che cantano in merito alla giustizia e alla realtà, ma essi non vivono per questo, lo sai. Tutto ciò quindi, cantare si suppone e si spera che sia la migliore vita da vivere. Io personalmente, cerco di essere progressista. Devo insistere sui progressi compiuti in tutto quello che sto facendo, e impostare una linea guida giusta per i giovani talenti che stanno nascendo. Qualsiasi lavoro tu faccia, si deve sapere di cosa si tratta e per quale fine, ma soprattutto devi sapere dove stai andando”.
Barry Brown è morto il 29 maggio 2004 nei locali del Soundwave Recording Studio a Ivy Green Crescent a Kingston. Testimoni riferiscono che sia caduto e abbia battuto la testa. Da qualche tempo Brown si stava disintossicando dalle droghe cosa che assieme alla sua asma hanno portato ad un graduale deterioramento della sua salute.
La morte di Barry Brown è avvenuta in prossimità di quella del suo leggendario produttore Clement “Sir Coxsone” Dodd, con il quale ha inciso l’album “Roots & Culture”, scomparso il 5 maggio dello stesso anno.

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