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DOV’È LA MUSICA REGGAE ? RODIGAN INDICA LA STRADA PER RITROVARLA

In questo momento in cui la musica dal vivo è ferma, in una recente intervista David ‘Ram Jam’ Rodigan, fà un’ampia riflessione sull’andamento della musica in levare. Dalla nascita ad oggi la strada non è stata lineare e nel tempo si è perso l’orientamento.
Richiama l’attenzione degli operatori del settore, nel dedicare il giusto spazio ed elenca due cause di sbandamento ed infine ritrovare la strada del rinascimento, unica via per le nuove generazioni per riportare in auge sia nelle Radio che nelle serate la vera musica Reggae.
Vi proponiamo solo le parti più interessanti, ma se volete, potete leggere la versione integrale apparsa sul Jamaican Gleaner attraverso il link in basso
DOV’È LA MUSICA REGGAE ? – Intervista a Rodigan
“La musica giamaicana ha viaggiato molto da quando Prince Buster, Millie Small, The Skatalites e Desmond Dekker sono entrati per la prima volta nella Hit Parade britannica all’inizio degli anni ’60. Guardarsi nello specchietto retrovisore è bello, ma se passiamo troppo tempo a guardare, faremo schiantare l’autobus. Quindi, se il viaggio deve continuare, dobbiamo guardare al futuro, alla strada da percorrere, e gran parte di questa responsabilità è nelle mani dei nuovi artisti emergenti di oggi che sono al posto di guida. “
Con l’avvento della musica “rub-a-dub” e poi della “dancehall” negli anni ’80 e ’90 abbiamo assistito a cambiamenti significativi in quello che il resto del mondo continuava a chiamava reggae: c’è stato un cambiamento nel paradigma. La cultura si stava evolvendo ed era una nuova espressione di ciò che sentivano i giovani. Non era più un ritmo Reggae, aveva una nuova energia ritmica e tempo.
Cosa è successo a quella passione per la musica reggae che ardeva così intensamente in tutto il mondo?
Se al giorno d’oggi partecipi a una dance in Giamaica, sei fortunato ad ascoltare musica reggae, peccato che si limiti a qualche canzone all’inizio poi è rigorosamente dancehall. La Giamaica ha un deficit culturale. Con questo intendo in termini di cantanti e gruppi. Sicuramente non mancano toasters e rapper.
Era amata per i suoi messaggi di speranza, libertà e giusta indignazione contro un sistema babilonese che tiene a freno le persone e sfrutta le classi più povere. I messaggi erano nelle canzoni e il mondo li ascoltava.
Il reggae Roots-Rock offriva potere, era un faro di speranza con cui le persone potevano identificarsi, non erano solo le canzoni di ingiustizia sociale, anche le canzoni d’amore. Poi c’era la potenza del ritmo che è il reggae stesso, con le sue linee di basso profonde.
L’altro problema con cui il reggae di oggi deve fare i conti è l’insaziabile brama che il mondo ha ora per i contenuti social – quel carosello ininterrotto di foto e video clip su Instagram, Facebook e Tik Tok . È diventato sempre più importante essere visti, piuttosto ciò che stai effettivamente dicendo. Più è ridicolo l’aspetto, maggiore è l’attenzione che sembra generare.
Che dire poi dell’airplay radiofonico, perché non sento quasi più musica reggae nelle numerose stazioni radio in Giamaica, soppiantato dalla dancehall-trap?
Sicuramente dobbiamo porci la domanda, perché l’Afrobeats, essenzialmente radicato nella musica dancehall giamaicana, è diventato così straordinariamente popolare ?
Suggerisco che parte del problema risiede nel fatto che quasi nulla di ciò che sentiamo oggi è effettivamente tangibile. Con questo intendo collezionabile fisicamente, come lo erano i dischi in vinile. Creava dipendenza perché se amavi una canzone dovevi comprare il disco, era l’unico modo per sentirla ripetutamente.
La Soluzione di Rodigan
Il futuro appartiene ai giovani ed ai giovani di cuore. Possano i semi sparsi tanti anni fa dalle leggendarie icone della musica, continuare a crescere e fiorire.
Perché è un ricco patrimonio che abbiamo ereditato e tutti coloro che lo amano hanno il dovere di nutrirlo e nutrirlo con nuova musica che dia speranza e conforto a questo mondo travagliato.
Leggi l’intervista integrale qui
Fonte e foto : Jamaica Obsever

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