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ZION TRAIN- un Libro che Nutre l’Anima

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ZION TRAIN - un libro che nutre l’anima

Pubblichiamo volentieri la presentazione del libro e l’intervista a Ras Julio  realizzata da Fahbro, disponibile anche in versione digitale se volete stamparvela e leggervela con calma.

ZION TRAIN – un libro che nutre l’anima

INTRO:
Anni nella Reggae Livity, anni di studi nella Cultura Rastafari, anni di profonda dedizione spirituale.
Oggi vi presentiamo “Zion Train”, primo lavoro stampato di Ras Julio, edito da Edizioni La Carmelina Ferrara & SouLove Records.
Un percorso dal punto di vista Rastafari nella Spiritualità della vita quotidiana. Un libro per tutti, non per pochi.
Un libro per chi ha anni di fede alle spalle e chi invece si approccia per la prima volta ad una ricerca mistica.
Un libro che nutre l’anima e la catapulta in questa esperienza metafisica.
Una scrittura semplice, chiara ma mai banale quella di Julio, che accompagna il lettore con un incalzante narrazione incuriosendolo pagina dopo pagina.
Un viaggio che invito tutti a percorrere all’interno del proprio “io”, del proprio Spirito.
280 pagine di profonda ispirazione e crescente consapevolezza.
Ora non voglio indugiare ulteriormente in un’elegia di questa pubblicazione, ma voglio stimolare la curiosità dei lettori con questa lunga, succosa ed esplicativa intervista all’autore.
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Scarica  Ras-Julio-intervista-PDF qui

INTERVISTA – by Fahbro – www.fahbro.com

Ras Julio, anche se ci conosciamo da lungo tempo ed abbiamo collaborato per diversi progetti
presentati al lettori.
Chi sei? E come sei arrivato a scrivere un libro?
Innanzitutto un saluto a te, Fahbro e ovviamente ai lettori. È un vero piacere poter fare due
chiacchiere sulla Spiritualità.
Sono un Rastaman, un padre, mi occupo di attività culturali incentrate sulla spiritualità ed il
Movimento Rastafari. Conduco il programma web-radio Iyahbingi che, in onda ormai da sette
anni, affronta in ogni puntata un argomento diverso dalla cultura Rastafari. Coordino eventi
internazionali come ad esempio la House of Rastafari, lo spazio culturale Rastafari presente dal
2003 all’ interno del festival Rototom Sunsplash. Inoltre: documentari, interviste e lavoro con
l’organizzazione no-profit Word Sound Power Collective che aiuta gli anziani Rastafari in difficoltà.
Nel tra il 2005 e 2006 ho fondato Livity Creations, il brand-shop di Rasta Wear e mi occupo anche
di illustrazione e grafica.
Scrivere è un altro veicolo che uso per la condivisione del messaggio Rastafari, dopo anni di blog
personale e articoli su siti, era giunto il momento di produrre qualcosa di più organico e che avevo
nel cuore da un po’ di tempo.

 

Qual è l’idea di base dietro alla tua pubblicazione?
“Zion Train” è un’avventura nel modo di vivere Rastafari per scoprire come la spiritualità possa
aiutare le nostre vite quotidiane. L’idea è proprio quella di un percorso, per Rasta e non,
attraverso il quale arriviamo a familiarizzare di più con la nostra componente spirituale. Come si
scopre, come si coltiva e soprattutto come si applica alle nostre vite quotidiane? Non è un libro
religioso, non ci sono preghiere o rituali, piuttosto parliamo di vita. Vivere non è sempre facile, noi
esseri umani siamo accomunati da tante cose bellissime ma anche da tanti piccoli o grandi
ostacoli che dobbiamo affrontare ogni giorno. Ognuno ha i suoi. La nostra esperienza su questo
pianeta è fatta di questo. Il problema non sono tanto gli ostacoli ma come noi reagiamo ad essi.
Spesso desideriamo poter fare di più ma non sappiamo come, vorremmo essere persone migliori
ma non abbiamo idea da dove partire. Siamo spezzati in due tra come vorremmo che le cose
andassero (bene) nelle nostre vite e come invece realmente vanno (…ahimè meno bene). Questa
divisione ci provoca tanto dolore. Allora come si fa?
Ecco che entra in gioco lo Spirito. La parte invisibile dell’essere umano che però ha il potere di
modellare la nostra realtà storica, le nostre giornate. Quando sentiamo parlare di Spirito o
spiritualità siamo portati a pensare alla religione o ai luoghi di culto. Lo spirito invece trascende
chiese, moschee e anche preghiere e cerimonie. È la componente divina che rende ogni essere
umano capace di pensare, avvertire sensazioni, credere in ideali e provare grandi sentimenti. Esso
si manifesta in noi attraverso alcune qualità specifiche che, se coltivate e applicate, possono
rendere la nostra vita di gran lunga migliore avendo un effetto positivo sulle nostre famiglie e sulla
società. Il libro mostra come la Spiritualità Rastafari ci spieghi come trovare e imparare a
familiarizzare con queste qualità. L’ obiettivo sarà scoprire che in realtà noi siamo come
un’automobile full optional che esce dalla fabbrica totalmente accessoriata. Abbiamo già in noi
tutte le risorse per affrontare le nostre vicissitudini e vivere in maniere migliore onorando il nostro
diritto di nascita ovvero la felicità.

Pensi che ci possa essere un superamento delle religioni a beneficio di una “spiritualità” laica?
La spiritualità è parte di ogni essere umano, a seconda che egli sia credente, praticante o meno.
Essa è una parte inscindibile dell’uomo così come lo sono l’intelligenza o la sfera emotiva. Non
esiste una persona senza spiritualità, esiste però chi la ignora e chi invece la coltiva. Ecco l’unica
differenza. Nessuno è privato del corredo spirituale ma abbiamo libera scelta di nutrirlo o di
lasciarlo seccare. Se nelle nostre vite vogliamo essere felici dobbiamo assolutamente coltivare e
rafforzare la nostra dimensione spirituale. Viviamo in un momento storico molto delicato ma
interessante al tempo stesso. La religione, per come ci è stata insegnata, sembrerebbe essere in
crisi. Sempre più persone in conflitto tra la religiosità tradizionale ed un mondo che corre molto
velocemente e, apparentemente, senza aver bisogno di spirito. Molti dicono che siamo un’epoca
di laicità, ateismo sfrenato e perdita di fede generale. Personalmente credo che ci sia qualcosa di
più. L’umanità non vuole liberarsi di Dio o dello spirito ma semplicemente sta cercando un modo
nuovo di vivere la sua esperienza spirituale, una maniera più umana, sincera, che sia lontana dal
formalismo religioso e dall’idea di una salvezza da assaporare solo dopo aver superato le porte
del Paradiso. Stiamo assistendo ad un processo molto più profondo e genuino di quello che
potremmo pensare. Il genere umano, in un mondo così articolato, sta comunicando il bisogno di
fare esperienza di Dio e della spiritualità ogni giorno e non solo durante una cerimonia. L’uomo ha
bisogno di una via di vita e non solo di una religione. Quest’ultima non è una cosa negativa, di per
sé può essere una cosa molto bella ed un valido strumento per coltivare la propria anima, ma c’è
un rischio: se la religione viene spogliata della sua spiritualità e il formalismo prende il
sopravvento, allora la conseguenza sarà sentirsi soli, divisi, scettici e aridi. Spiritualità e religione
non sono sinonimi. La religione è un insieme di dogmi, concetti, prevede una gerarchia
sacerdotale. La spiritualità è un’esperienza diretta del Creatore e della Sua presenza vitale nel
creato, è una fede personale, un rapporto intimo di connessione con la vita. Il messaggio
Rastafari per molti è un’oasi di freschezza in questo panorama asciutto. Perché? Perché Rastafari
è una via di vita in cui la dimensione spirituale e quella materiale convivono in accordo ed
armonia. Questo approccio riduce la distanza tra come vorremmo che le cose fossero e come
esse siano in realtà. Il focus è nella vita quotidiana, nelle vicende di tutti i giorni, sono quelle il
nostro campo d’ azione, è lì che noi abbiamo il bisogno ed il desiderio di sentirci realizzati,
completi.

Perché il titolo “Zion Train”?
La spiritualità è come un treno che ci porta a vedere la vera essenza del mondo, essa ci aiuta a
congiungere la nostra vita quotidiana con la nostra dimensione più sacra. Ecco cosa esprime
questo titolo. La nostra Zion, la terra promessa, non va cercata nell’ aldilà o in quale viaggio
trascendentale ma qui nelle nostre storie di vita. La spiritualità è esperienza, ovvero dobbiamo
compiere noi il viaggio in prima persona perché nessun altro può farlo per noi, dobbiamo
guadagnarci il nostro destino con impegno e dedizione. Come? Riscoprendo la gioia della
semplicità e della naturalezza, imparando a rendere grazie per cose che invece continuiamo a
dare per scontato, scoprendo delle qualità che forse non sapevamo di avere, arrivando a toccare
una forza che ignoravamo di possedere. La forza di metterci alla prova e chiederci: “Are you
satisfied with the live you’re living?” (sei soddisfatto della vita che stai vivendo?), come dice Bob
Marley nella celebre Exodus.
Zion Train è mettersi in cammino, lasciarsi indietro ciò che ci ha stancato, deluso, tradito ed
incamminarci verso un miglioramento di noi stessi e delle nostre vite. Rastafari insegna che il
nostro paradiso è qui davanti a noi, spetta a noi sviluppare gli occhi adatti a riconoscerlo, è per
questo motivo che saliamo sul treno.
Quando troveremo questo nuovo modo di fare esperienza della vita allora ogni azione diventa
sacra, importante, celebrativa. Cucinare è come una preghiera, passeggiare tra le persone porta
gioia di vivere, ascoltare una persona che si confida è un’esperienza di compassione, anche
andare a gettare la spazzatura sotto casa può essere un’esperienza spirituale.

Quali pensatori/filosofi/scrittori ti hanno influenzato maggiormente?
Traggo ispirazione da tutto, esseri umani, mondo animale e vegetale, più cresco e più imparo ad
imparare da ciò che ci circonda. Tutto è interconnesso in questa realtà e tutto può insegnarci.
Imparo da esseri umani noti così come da sconosciuti, adulti e bambini. Cerco di non pormi dei
limiti troppo ferrei perché la vita mi ha dimostrato che a volte se guardi soltanto in una direzione la
risposta alla tua domanda verrà dalla parte opposta. Detto ciò ovviamente ci sono delle
personalità a cui devo molto. Sicuramente Haile Selassie Primo è la fonte maggiore di ispirazione,
il Suo messaggio ed il Suo operato di compassione e rettitudine hanno mostrato all’ umanità che
un altro mondo è non solo possibile ma necessario e soprattutto realizzabile. Gli anziani Rastafari
che mi hanno preceduto sono anche d’ ispirazione ed insegnamento, senza di loro non sarei qui a
parlare con voi perché non avrei scritto nessun libro. Quel poco che so lo devo a loro e alla loro
tenacia nel far sì che il Movimento Rastafari potesse proseguire il suo cammino anche sotto ferree
e sanguinose persecuzioni. Gli studi giovanili mi hanno portato ad avventurarmi nella filosofia
occidentale, da Platone ad Aristotele fino al romanticismo in letteratura ed arte. Ogni espressione
di profonda ricerca spirituale mi ha sempre attratto ed incuriosito. Studio le antiche tradizioni
orientali così come l’Ebraismo, la psicologia, neuroscienza, medicina naturale, tutto ciò rende il
mio cammino Rastafari più profondo, vasto e soprattutto universale.

Argomento Social.
Quali e Che uso ne fai?
Pensi per la società siano maggiori i benefici o i danni dal loro utilizzo?
Penso ai fumosi stereotipi di stili di vita e estetica per i più giovani.
Trovo che i social siano una cosa molto bella, uno strumento unico e senza precedenti capace di
offrire la possibilità alle persone di esprimersi come non era mai successo prima. Quando
eravamo ragazzini per manifestare la controcultura dovevi occupare un centro sociale, o fondare
una radio pirata, una fanzine ciclostilata. Ora con un account puoi raggiungere migliaia di persone
e promuovere la tua arte, il tuo pensiero, connetterti con gente dall’ altra parte del mondo che
altrimenti non avresti forse mai raggiunto. Quando ero ragazzino e sono arrivato a Rastafari non
c’era internet, niente libri, riviste…le uniche cose erano i dischi ed i concerti di Bob Marley, al
massimo qualche sua intervista ma che era difficile da capire a causa del Patois. Era tutto più
complesso e anche limitato. Ora grazie ai media abbiamo creato canali di diffusione attivi,
account, pagine collegate a canali Youtube. È tutto fantastico ed entusiasmante. L’obiettivo è
ispirare le persone, promuovere una vibrazione vitale e connetterci con chi può aiutarci lungo il
cammino.
Uso Facebook e Instagram, per promozione culturale, per lavoro e per restare connesso con le
persone. Oggi con Whatsapp, anche se non è strettamente un social, possiamo chiamare e
videochiamare dall’ altra parte del mondo senza spendere un centesimo. Ricordo quando, per
parlare con i fratelli Rastafari in Jamaica o Etiopia dovevi scendere dal tabaccaio e comprare una
scheda telefonica internazionale. Digitavi il numero, l’altro rispondeva, il tempo dei saluti e la
scheda terminava prima ancora che la conversazione fosse iniziata. Oggi parlo ogni giorno con i
miei fratelli giovani e anziani in giro per il pianeta. Nascono progetti, iniziative. Lo trovo molto
stimolante. Non ho una visione pessimistica dei social, credo che possano essere uno strumento
di crescita e miglioramento della società ma richiedono un po’ di disciplina da parte del fruitore.
Dovremmo ricordarci ogni tanto: “sono sicuro che sto usando facebook per il mio bene? Mi sta
facendo crescere o no?”
Riguardo ai giovani e gli stereotipi? Certo non è semplicissimo, credo che la chiave sia la
presenza dei genitori. Se la famiglia offre una solida visione del mondo ai ragazzi e mantiene con
loro un dialogo aperto allora le assurdità che certi personaggi promuovono sui social passeranno
come un temporale d’ estate. Se la famiglia mantiene i ragazzi focalizzati sulla vera faccia di
questa realtà allora saranno loro stessi a riconoscere, anche prima di noi, quanto demenziali e
assurdi siano certi input che trapelano dai social.

Come pensi che la Spiritualità possa essere un aiuto concreto all’uomo?
Penso ai tanti disagi psicologici e sociali che l’isolamento forzato della pandemia ha causato a
molte persone nel mondo.
La spiritualità è una connessione con il Creatore, il creato, e le creature. È una rete che ci porta a
sentirci in unità con chi e ciò che ci circonda. Non è filosofia ma esperienza diretta. Ecco perché
le persone ne sono alla ricerca, perché non è teoria ma un qualcosa che si tocca e vive in prima
persona. Questo è rivoluzionario e terapeutico. Quando impariamo a familiarizzare con la nostra
parte spirituale allora ne consegue una sensazione di sentirci a casa, solidi nonostante ciò che
accada. Questo è anche il caso della pandemia. Senza negare o tralasciare il suo impatto tragico
e purtroppo distruttivo, questa esperienza globale ci ha costretti a guardare in faccia l’aspetto più
semplice e se vogliamo silenzioso delle nostre vite. Isolarsi non è semplice, ecco perché è
qualcosa che di solito accompagna un cammino spirituale o ascetico, perché richiede che
l’individuo riesca a trovare dentro sé stesso ciò che prima gli sapeva dare solo il mondo esterno e
le distrazioni. Prima dei vari lockdown, c’erano genitori che non riuscivano a passare più di due
ore a casa con i figli e non vedevano l’ora di correre al lavoro pur di non stare in mezzo al naturale
(e piacevole) caos che i figli provocano. Forzati a rimanere a casa hanno scoperto che poi non era
così male passare del tempo con i loro piccoli anche se erano rumorosi. Dopo un po’ di tempo
hanno scoperto che invece era bellissimo. L’idea di tornare in ufficio arrivava come una pessima
notizia. Cosa c’entra questo con la spiritualità? Quando noi riapriamo il canale con la nostra parte
più amorevole, compassionevole, gioiosa, leggera, allora il nostro spirito sta crescendo. La
spiritualità è più di un aiuto concreto all’ uomo, essa ha la capacità di salvare vite, cambiare
destini, sanare conflitti e migliorare la nostra salute non solo psicologica. Recenti studi
confermano che coltivare pratiche spirituali addirittura allunghi la vita e prevenga dall’ insorgere o
dal peggiorare di brutte malattie. Noi lo sapevamo già ma è bello vivere in un’epoca in cui la
scienza conferma ciò che le pratiche contemplative dicono da millenni. La pandemia non ci lascia
soltanto decessi e sconforto. È stata un’opportunità globale di poter diventare più buoni. Un’
occasione unica di poter essere meno egoisti. Chi potrebbe restare cattivo dinanzi ai morti o le
terapie intensive? Chi può sentirsi invincibile e superiore in una tale condizione? Credo che anche
i cuori più duri siano stati scalfiti da un senso di empatia e connessione con gli altri esseri umani.
Cosa ne faremo ora di questi sentimenti? Continueremo a coltivarli o torneremo ad essere isolati e
chiusi nel nostro guscio immaginario? Dipende tutto da noi. Se applicheremo la spiritualità
potremo trasformare questi input in un modo totalmente nuovo di vedere la vita. La pandemia è
un segnale, una sveglia che ha suonato inaspettatamente nel cuore della notte. Di cosa abbiamo
bisogno di più per capire che c’è qualcosa da cambiare?
Nel libro si parla di forza. Questa è una qualità spirituale a tutti gli effetti, così come la sapienza,
l’intelletto o la pietà. Sono degli strumenti di cui ogni essere umano è fornito per affrontare le
vicissitudini della vita in modo tale che la vita non ci schiacci. Dobbiamo smetterla di pensare allo
spirito come un qualcosa di esterno a noi, lontano e rivestito di un’aurea di inaccessibilità o
prettamente legato all’ ambiente religioso. Spirito è dentro di noi ed è accessibile in ogni istante,
si manifesta attraverso queste caratteristiche delle nostre personalità che sono dei veri e propri
ponti tra la nostra dimensione spirituale e la nostra vita reale.
Zion Train offre una serie di riflessioni e consigli pratici su come usare queste nostre virtù al
momento giusto e come esse possano stravolgere in positivo una vicenda che altrimenti avrebbe
preso una brutta piega. L’uomo contiene le risposte ai quesiti, così come le soluzioni ai conflitti
ma a volte siamo bloccati da ego, gelosie, rabbia oppure eccessiva razionalità e vediamo tutto
freddo e rigido. Tornare al nostro spirito ci concede nuovamente libertà, distensione e ritroviamo
la nostra sintonia che ci permette di vedere le cose in maniera chiara. Per far ciò dobbiamo
imparare a prenderci del tempo per lo spirito, coltivare dei momenti di pausa e celebrare il
momento che viviamo. Quand’è stata l’ultima volta che ci siamo fermati a sentire il profumo della
pioggia? Quando siamo rimasti meravigliosamente increduli dinanzi alla perfezione delle
sfumature di un tramonto? Quando è l’ultima volta che abbiamo provato di non aver più bisogno
di nulla per stare bene? Questo è il “futuro originale” della spiritualità, dobbiamo disimparare tante
cose che ci hanno bloccato da un contatto diretto, semplice e naturale con la vita e la sua
dimensione sacra e ripartire dalla ricchezza che troviamo in questa vita. La vita stessa è la
ricompensa, il cammino e la meta allo stesso tempo.

Che relazione hanno, dal tuo punto di vista, Spirito e Materia?
Essi vivono in uno stupendo ed inscindibile rapporto di bellezza ed unità. La materia è
manifestazione dello spirito e questo si manifesta attraverso di essa. Non c’è conflitto. Se
provassimo a vedere le cose così allora staremmo sempre meglio, vivremmo in modo più felice e
completo. Per quale motivo? Perché ci sentiremmo in equilibrio tra anima e corpo, tra spirito e
materia e soprattutto perché saremmo liberi da quel senso di distanza, distacco, quella nociva
dicotomia di cui parlavamo prima. L’ amara distanza tra come mi piacerebbe che fosse la mia vita
e come in realtà essa sia. Il malessere e l’insoddisfazione scompaiono quando scompare la
dicotomia tra il nostro mondo ideale e il nostro mondo materiale. Finché restiamo in un conflitto
tra anima e corpo, spirito e materia, Dio e uomo, allora continueremo a soffrire. Pensiamo a spirito
e corpo. Nella nostra condizione originaria e naturale questi due elementi non sono in conflitto ma
a causa di esperienza, tipo di educazione ecc. Tendiamo a credere che anima e corpo, idee e
azioni siano cose separate e spesso in contrasto. Il tutto viene aggravato da un certo tipo di
mentalità occidentale che ci ha insegnato a vedere l’anima pura, potenzialmente perfetta e bella e
il corpo, le azioni e tutto ciò che è materiale imperfetti, e peccaminosi. Il messaggio Rastafari dice
invece che l’essere vivente ha una sua santità e sacralità originaria in cui anima e corpo sono
santi allo stesso modo, sono due aspetti dello stesso miracolo che è la persona umana. Quando
le azioni manifestano ciò che lo spirito realmente desidera allora stiamo bene, ci sentiamo
appagati. Dobbiamo guardare a spirito e materia come due alleati, due collaboratori impegnati
nello stesso progetto, ovvero esprimere le nostre potenzialità umane. Ecco che la spiritualità ci
aiuta a modellare la vita quotidiana e “rinfrescare” la nostra esperienza di vita. Essa non è
astrazione ma al contrario è applicazione quotidiana e soltanto se e quando è connessa alla vita
materiale allora può avere effetto. La spiritualità deve avere un effetto pratico, materiale, altrimenti
rimane speculazione intellettuale o un viaggio mentale. Allo stesso modo dobbiamo sviluppare
degli occhi per vedere che la materia ha una sua importanza spirituale. È attraverso di essa che
noi applichiamo i nobili principi spirituali. Come potremmo esprimere, ad esempio, l’amore se non
avessimo un corpo pronto a trasformare in azione i nostri principi? Che senso avrebbe provare
compassione verso una persona in difficoltà se non avessimo un corpo con cui fisicamente
aiutarla? Anche se paradossalmente viviamo in un’epoca di fortissimo materialismo sta
avvenendo una rivoluzione sotto i nostri occhi per cui l’umanità sta muovendosi sempre di più
verso il desiderio di appagare questa sete di desiderio di spirito. Ironicamente è il materialismo a
spingerci sempre più verso la ricerca spirituale, tutto ha una sua funzione ed un suo motivo. Basta
riuscire a coglierlo.

Nella tua visione che importanza ha la Musica in chiave meditativo-spirituale?
La musica è una delle espressioni più spirituali che esistano in questa Creazione. è un linguaggio
completo ed invisibile che ha la capacità di stimolare reazioni fisiche percettibili. È come lo spirito,
non lo vedi ma lo senti. Nella tradizione Rastafari sappiamo bene quanto la musica sia importante,
i canti sacri Nyah Binghi che ci accompagnano nelle cerimonie ma anche nella nostra pratica
devozionale quotidiana, la Reggae music che è l’unica musica mainstream che parli di Dio, spirito,
amore coraggio e positività. Non è un caso che la musica giochi un ruolo fondamentale in questa
epoca di modernità, fa parte del cambiamento a cui stiamo assistendo, essa è molto più integrata
nella vita umana al fine di allietarla. La musica può guarire, ispirare, ammorbidire il cuore quando
siamo tesi, essa può veicolare messaggi laddove le parole non riescono. Da sempre nelle
tradizioni spirituali essa è stato il veicolo tra l’essere umano e l’assoluto perché è una finestra che
ci apre la vista sulla dimensione più profonda di questa realtà. La mia vita è stata piena di musica
sin da quando ero bambino, ricordo ancora quando realizzai come la realtà osservata con una
colonna sonora fosse più bella e profonda. Da quel momento iniziai a macinare pile del walkman,
senza tregua, era vero e proprio cibo per l’ispirazione. Crescendo ho suonato in gruppi musicali,
fatto il selecta per tanto tempo, collezionato dischi, promosso musica tra i giovanissimi, fatto
workshops, coordinato produzione di dischi ecc. Poi ho iniziato a “illustrare la musica” ovvero
disegnare album cover, poster, booklet e così via. La musica infatti non va soltanto ascoltata ma
anche vita, guardata, ragionata, dobbiamo seguirla perché ci conduce verso una dimensione più
spirituale di tutti noi. Oggi sono felice di fare radio, lo trovo un mondo molto bello per instaurare
una condivisione intima e personale con chi ascolta. Più cresco e più mi meraviglio della potenza
delle note. A volte rischiamo di perdere di vista questa forza della musica perché ne siamo
circondati costantemente. Per ovviare a questa assuefazione, da qualche anno ho iniziato a
“digiunare” dalla musica. Per un po’ non ascolto nulla, silenzio a casa, in auto…poi quando torno
a fare click su play è quasi come se sentissi musica per la prima volta, mi scuote, mi incanta, è un
effetto epidermico. Questo esercizio mi aiuta a restare consapevole della potenza del suono e
mantiene fresco l’orecchio.

Qualcuno da ringraziare?
Ringrazio tutti coloro che in questo tempo siano alla ricerca di un’ esperienza di vita più profonda,
assetati di benessere, ispirazione, motivazione e desiderio di cambiamento. Sono queste le
persone che portano avanti l’evoluzione del genere umano, coloro che non si accontentano di
semplicemente esistere ma vogliono invece vivere. Coloro che si impegnano ad essere persone
migliori per rendere questa realtà migliore, chi guarda alla vita con ottimismo e senso di
possibilità.
Ringrazio coloro che si sono rialzati dopo essere caduti, grazie al loro sforzo il mondo si evolve.
One Love, Rastafari blessings
Ras Julio

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Pier Tosi

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