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Rubrica Le Perle del Roots

‘New Chapter of Dub’ Aswad & Michael ‘Reuben’ Campbell

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Questa recensione è per ricordare Michael Rashford ‘Reuben’ Campbell 1950-2021.
Dopo aver suonato in tournee con Burnin’ Spear, immortalati nel mitico album ‘live’, gli Aswad sono tecnicamente i più bravi musicisti reggae inglesi; suoneranno con Bob Marley, che durante i suoi soggiorni a Londra, assiste a qualche loro shows. Nel 1981 con la Columbia Records gli Aswad registrano l’album ‘New Chapter’. Michael Reuben’ Campbell, produttore, tecnico del suono e poi loro manager, col gruppo compone: la meditativa ‘Ways of the Lord’, con l’incredibile dub version, ’Didn’t know at the time’ di sapore lovers rock e la ‘dubby’ ‘Candles’, secondo me tra le cose più belle mai prodotte in U.K. Per il disco dub, e con l’intenzione di fare qualcosa di ‘particolare’, con ‘New chapter of Dub’, ritornano con l’etichetta Island, realizzando un album che farà la storia.
Collaborano con loro tutti i migliori musicisti della scena inglese: da Clifton ‘Bigga’ Morrison alle tastiere a John Kaipye, Martin ‘Tatta’ Augustine e Jimmy ‘Senya’ alle chitarre, Michael ‘Bammie’ Rose al sax, leader della sezione fiati composta da: Eddie ‘Thornton’ alla tromba, e Vin Gordon al trombone.
Prodotto, registrato e mixato al Fallout Shelter di Londra da ‘Reuben’ Campbell con Drummie Zeb, batterista della band, ’New Chapter of Dub’, il 5° album della band londinese, sarà veramente un ‘nuovo capitolo’ per tutti. Questo album, un must da avere, è la conferma dello status leggendario raggiunto dai ‘lions’ di Ladbroke Grove e da Michael ‘Reuben’Campbell, come produttore e tecnico del suono. Come spesso succede dopo ‘New Chapter’, anche ‘New Chapter of dub’, non viene promosso come dovrebbe, di consequenza non vende molto. Critica e fans sono però d’accordo: è una vera bomba atomica, e può benissimo stare in compagnia coi più grandi dub albums di sempre.
Sono molto legato a ‘New Chapter of dub’, e come accade per molti dischi che adoriamo, me ne innamorai al primo ascolto; non solo per per la bellissima copertina disegnata da Paul Smykle, raffigurante Haile Selassie I al comando di un carro sullo sfondo dell’Africa, trainato da 4 leoni, per niente mansueti, volteggianti in una galassia musicale, ma anche perché è il primo disco dub che comprai. Non a torto, il disco adesso un classico, ed è considerato forse il migliore di dub mai fatto nel Regno Unito, vero apripista, insuperato insuperabile. L’uso degli effetti/delay alla ‘King Tubby’, con echi che si fondono con ‘effettacci’ estremi alla Lee Perry; chitarre e percussioni alla ‘inglese’; basso duro ed essenziale, batteria superlativa, il tutto sottolineato dalla clamorosa sezione fiati, in tempi non sospetti, rendono questo disco un vero cult. L’incessante ed immortale ‘Dub fire’ dub di ‘Love fire’, ovvero ‘Promised Land’, di Dennis Brown, mi ricorda sempre le prime serate dove questo dub era il clou dei nostri party’; piaceva a tutti; ‘Candles’ diventa la percussiva ed essenziale ‘Flikaflame’ con percussioni‘togli-metti’ e bassone, ‘Ina your rights’ diventa ‘Truth’; ‘Didn’t know at that time’, la brillante e leggerissima ‘Bammi flow’ e Tuff we tuff’, diventa ancora più militant in ’Tuffist’.’Ghetto in the sky’, ovvero ‘African children’, ‘He gave the sun to shine’, subito poco riconoscibile nella slappata e tirata ‘Shining dub’;’ il flauto di Bammie risplende in ‘Zion I’; ‘Natural progression’, tramuta in ‘Natural Aggression’; e ‘African children’ in un ‘Ghetto in the sky’. Il tutto trattato, diluito e filtrato, con riverberi, tra echi ed effetti. Dinamiche ed idee che hanno ispirato non solo molti filoni dell’uk dub style, ma forse anche anticipato sonorità jungle ed altro. Poi la foto del retro con Brinsley Forde che osserva Drummie ‘Zeb’ e un sorridente ‘Reuben’ che condividono la ‘conoscenza’. When Reggae was Heavyweight Champion.

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One Love Associazione Culturale

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