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Reportage Esclusivi

IL BABABOOM FESTIVAL 2022- UN’EDIZIONE EPICA- Reportage Esclusivo

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Un’edizione quella di quest’anno del Bababoom Festival che i titoli della stampa hanno definito il ritorno del più grande festival reggae d’Italia (cit. Cronache Fermane), “una festa da vivere a piedi scalzi in riva al mare a cercare benessere ed emozioni in una filosofia di pace ed amicizia che sta intorno alla musica reggae” (cit. Il Resto del Carlino).

Da quando il Rototom Sunsplash se n’è andato dal Friuli-Venezia Giulia un suo affezionato frequentatore pensò nel anno a seguire di provare a mettere su qualche cosa di molto simile dalle sue parti a ridosso della prima edizione spagnola. L’Italia aveva bisogno di un ritrovo reggae curato nei dettagli, che rispecchiasse tutte le sonorità della nostra amata musica in levare e potesse continuare a far divertire gli italiani senza dover prendere aerei e affrontare vacanze costose per raggiungere la vecchia squadra del Rototom trasferitasi ormai su pianta stabile a Benicassim in Spagna.

Detto, fatto e l’anno dopo Andrea Borraccini riesce a convincere il suo comune di residenza, Fermo, a dargli lo spazio di fronte alla spiaggia di Marina Palmense. E cosi dopo due anni di stop, dal 20-24 luglio ha avuto luogo una nuova edizione, ancora più bella delle precedenti e che ha visto tornare sui palchi italiani diversi affermati nomi della scena reggae e dub internazionale.

La sera di sabato per l’arrivo di Julian Marley il festival ha registrato il sold out, ma le cose sono andate benissimo anche già venerdì quando a salire sul palco sono arrivati gli Africa Unite, la più storica band del nostro panorama red gold & green, sempre ancora amatissimi e il campeggio interno era sold out gia’ dalla sera di giovedi. Il figlio di Bob Marley come tradizione vuole si è anche messo a giocare a calcio nel cortile sotto al palco nel pomeriggio dopo il sound check – immagini che ci ricordano davvero quella leggenda che fu suo padre e che lui ha ovviamente omaggiato cantandone qualche pezzo a fine concerto.

La spontaneità con cui si è aggirato per il festival lui è stata accolta da tutti gli artisti presenti – Bunna degli Africa Unite è stato tutta la notte dopo il concerto alla Dancehall padroneggiata dal nuovissimo sound system di Raina che ha dato nelle cinque sere spazio e voce a tantissimi dj e mc accorsi da tutto lo stivale: Heavy Hammer, Lampadread, Vito Yard Beat, Serious Thing, Calabash Crew, Lion D, Caligula, Gamba The Lenk – tutti accompagnati dalle trombe di Mr. Pullup – l’immancabile personaggio dei festival reggae italiani.

Cinque giorni di musica quasi non stop. Al mattino i primi a farsi sentire erano i ragazzi della trasmissione radio di Astarbene capitanata dalla storica voce di Piddu in onda dalla beach yard dalle 11-14 – qui si potevano ascoltare anche i commenti dei tanti artisti che si sono affacciati ai microfoni di Astarbene, sul loro sito sono gia disponibili i podcast per chi si fosse perso la diretta. A seguire tutto il pomeriggio della beach yard ha visto alternarsi tantissime nuove leve del dub italiano e ha dato il via alle danze tra un bagno e l’altro. Il mainstage, oltre ai big sopracitati, ha avuto il piacere di ospitare l’mc e producer Biga Ranx dalla Francia, Mattak dalla Svizzera, Forelock dalla Sardegna, i Wicked Dub Division & Michela Grena, la più storica band dub nostrana, Sealow da Milano, Marumba, e tutte le band finaliste del Italian reggae contest più i vincitori del 2019 e del anno scorso, Rocky & The dangeroots band e i Smashroom I need– un’altra importante eredità del Rototom Sunsplash portata avanti dal Bababoom Festival per far emergere nuove band reggae in Italia. I vincitori di questa edizione sono stati i Chant Vibration.

La vera anima musicale di questa edizione è stata sicuramente la Dub area, che di notte si è popolata come non mai. Amplificata dal Double Spliff Sound System e da metà edizione anche da 48 roots- i due hanno tenuto una dub conference la notte di venerdì. Qui sono sbarcati tanti nomi internazionali che sono sicuramente mancati molto a tutti i bass addicted in questi due anni di stop. Ad aprire il festival King Shiloh da Amsterdam che ha tenuto compagnia settimanalmente con le sue lockdown sessions online negli ultimi due anni di pandemia e che si è fatto accompagnare al microfono da Marumba.

Giovedì notte è stata la volta di Vibronics da Leicester (UK) accompagnato da Lion Warriah da Torino. Sabato sera dalla Francia sono arrivati i Blackboard Jungle e Bass Revelation Sound System, mentre domenica notte oltre a Iration Steppas, la dub area ha visto atterrare dall’India 10000 Lions Sound, il Ninja dread founder, preceduti dalle sessions di Dub Harp e Dubzoic. Inoltre ad alternarsi sia in dub area che in beach yard l’ultimo giorno anche i tanti artisti che compongono Astarbene e la Marche Dub Family – Freddie Stork, Sealow, Compa, Joel, Sista Bene, Amparo, Southern Light, Sola Mc e tutto il collettivo reggae più attivo d’Italia, che offre i suoi servizi di media reggae reporter in giro per ormai tantissimi eventi dub dello stivale, regalandoci foto e video-racconti da far voglia di tornarci e al Bababoom Festival edizione 2023 sappiamo già che potremo tornarci.

Il sindaco Paolo Calcinaro ha infatti già prorogato il contratto di gestione per l’anno prossimo all’associazione Bababoom che è stata anche quest’anno capace di riunire in un’unica yard tutta la musica reggae e far sì che ogni artista poteva attraversare le diverse aree a suo gusto e piacimento in un vero spirito di amicizia e armonia, proprio cosi come a noi reggae lovers piace.

Il racconto di Elis, reggae reporter

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